Save Italy

N

o, stavolta non ce la faccio a rimanere impassibile dinanzi allo scempio costante, indefesso, subdolo del nostro patrimonio culturale.
Si, perchè io sono di parte. Amo la storia romana e, da appassionato di architetura, credo che possediamo un patrimonio formidabile e unico al mondo; è vero: le basiliche, i templi, gli anfiteatri “importanti” sono altrove. Ma a Pompei, Ercolano ed Oplontis c’è qualcosa di più: ci sono case, strade, taverne, scritte sui muri; insomma c’è la “vita” com’era 2000 anni fa.
Mi ricordo ancora la prima volta che andai a Pompei. Credo di aver avuto meno di 15 anni (si, ero uno di quei ragazzini petulanti e saccenti che correggono la guida su fatti e date).
Il sito conserva perle rare, come la villa dei Misteri o la casa del Fauno, ma ricordo a quel tempo di essere rimasto stupito più che altro dal sentimento di “quotidianità” emanato dal complesso. Ho avuto la stessa impressione alla recente mostra “I due imperi” a Palazzo Reale guardando una valvola idrica del periodo romano (che nella sua conformazione è rimasta ad oggi pressoché identica). Può far sorridere, è vero, ma la grandezza dell’impero romano credo stia non tanto nell’eccezionalità di singole opere, ma nell’edilizia e nelle infrastrutture.

Detto questo, appena venuto a conoscenza del crollo della domus dei gladiatori, non mi sono sentito amareggiato nè sconcertato, ma semplicemente incazzato, molto incazzato.
Tanto più che la causa del crollo sarebbe imputabile alla pioggia: uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO è messo in ginocchio dalla pioggia (!); non stiamo parlando di attentati terroristici o terremoti, ma dell’evento naturale avverso che si verifica con maggiore frequenza in tutto il mondo.

Il crollo della Domus dei Gladiatori.

1) Manca tutto

Pompei è ormai da 8 mesi senza sovrintendente, e sulla gestione dal giugno del 2009 al giugno 2010 da parte del commissario della Protezione Civile Marcello Fiori è in corso un’indagine della magistratura, in particolare sull’abusivismo per i materiali e i metodi con i quali si è proceduto al restauro del Teatro Grande inaugurato nell’estate scorso da Riccardo Muti. Gli archeologi di Pompei raccontano che per questi interventi è stata distrutta un’area inesplorata dalla quale si aspettavano scoperte significative. Su 49 milioni disponibili per rimettere in sesto Pompei, Fiori ne ha spesi 20 per “attività di servizio”, che con l’emergenza non hanno niente a che vedere, e ne ha dati 13 alla Wind.

Non solo: Tsao Cevoli, presdiente dell’ Associazione Nazionale Archeologi, denuncia da tempo la mancata manutenzione ordinaria del patrimonio archeologico ed aggiunge ”fa rabbia vedere un crollo del genere provocato dall’incuria, quando sempre a Pompei, a pochi passi di distanza sulla stessa via dell’Abbondanza, si sono spesi milioni di euro per istallare ologrammi virtuali e pannelli fotografici nelle Domus di Giulio Polibio e dei Casti Amanti. Auspichiamo che nel settore dei beni culturali alla politica delle emergenze e degli effetti speciali finora attuata dal governo, si sostituisca una politica della prevenzione e che a dettare le priorita’ non siano le esigenze di marketing ma i reali problemi del patrimonio culturale e che l’ultima parola spetti ai funzionari ministeriali addetti alla tutela”.

A questo punto viene da chiedere se veramente i 2 milioni di euro riservati alla manutenzione ordinaria dei siti saranno veramente stanziati o sarà la solita bufala, visto e considerato che dei 100 milioni per i restauri, molti sono andati in “nulla”.

2) Come funziona (ovvero: calci nel culo e tanti saluti)

A margine di questo doloroso avvenimento mi piacerebbe spendere due parole riguardo all’attuale situazione amministrativa dei beni culturali (e in generale del nostro paese).
In qualunque paese civile, ma anche azienda, ma anche piccola società, se tu sei “capo” e controlli un settore amministrativo/economico/produttivo con diversti “sottoposti”, automaticamente diventi responsabile di tutto ciò che sta sotto la tua giurisdizione. Perciò non importa se sei “figlio di”, “amico di” o “mafioso”, qualora un tuo sottoposto commetta dei reati o danneggi delle proprietà o semplicemente faccia male il suo lavoro, visto e considerato che tu sei il capo e a te spetta vigilare, diventi anche tu direttamente coinvolto e responsabile di queste mancanze.
Sarebbe molto bello fare il “capo” e poi scaricare tutta la colpa ai propri sottoposti o a cause di forza maggiore quando qualcosa non va bene (a meno che non si parli di tirannide o dittatura).
Quindi, cari Bondi, Bertolaso e compagnia bella, ringraziate pure la buona stella che vi ha fatti nascere in Italia, perchè probabilmente in un altro paese avreste ricevuto il trattamento di cui sopra.

Fa sorridere il fatto che Bondi si lamenta delle poche risorse a disposizione. Solo per fare un esempio da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre 2010 si sono contate  ben 20.307 presenze, il 66,7% in più dell’anno precedente. Visto che queste persone pagano un biglietto, provate a moltiplicare gli introiti per tutti i giorni dell’anno e vedrete che i soldi ci sono (o almeno, ci potrebbero essere, dato che sicuramente il 90% andrà in mazzette, appalti ai soliti noti e “spese”).

3) Save Italy

Pur non provando una spiccata simpatia verso Philippe Daverio, devo ammettere che condivido suo appello. In un’intervista a CNRmedia ha infatti dichiarato che “i crolli sono una cosa naturale, meno comprensibile è il fatto che lo Stato italiano non riesca a proteggere il suo patrimonio. Il fatto è che l’Italia spende una cifra ridicola per la gestione patrimoniale, lo 0,19% del Pil. Paesi normali spendono dall’1 al 2%, noi però abbiamo venti volte il patrimonio che hanno gli altri e non riusciamo a conservarlo. Bisogna lanciare un appello mondiale: Save Italy”.
Non nascondiamoci dietro a un dito. Lo so che tutti noi, quando andiamo all’estero, pensiamo sempre, costantemente, la stessa cosa: “ma guarda questi che con due pietre riescono a richiamare migliaia di persone e noi invece in Italia, con tutto quello che abbiamo, assistiamo all’inefficienza e arretratezza di amministratori miopi e ignoranti che non sanno valorizzare per niente il nostro patrimonio artistico e culturale”.

Vorrei quindi dichiarare il nostro paese “incapace di intendere e di volere” e quindi richiedere l’assistenza di uno o più paesi che gestiscano per noi il nostro patrimonio.

In conclusione, vorrei riportare l’appello accorato del sindaco di Pompei, Claudio d’Alessio: “il crollo rappresenta una disgrazia per il patrimonio culturale dell’umanità e ha lasciato l’intera cittadinanza esterrefatta. Le nostre grida d’allarme non trovano ascolto e, invece, Pompei dovrebbe fare da traino all’economia dell’intera regione Campania. Basta con la politica dei rinvii e delle chiacchiere. Occorre pensare a quali siano gli strumenti per il rilancio dell’intero patrimonio archeologico nazionale”.

S.V.B.E.E.Q.V.

Matteo Seraceni

“Mi raccomando: questa volta cattivi, eh?”

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5 comments

  1. Non voglio fare troppo il semplicione, ma anche dando alla Danimarca in global service Pompei, direi che non deve essere troppo facile mantenere una intera città morta e non sono affatto sicuro che gli introiti dei biglietti siano sufficienti, dato che immagino che il grosso se ne vada in stipendi. E in Italia non abbiamo solo Pompei, mi pare: Venezia, Firenze, Roma, Ostia antica, Tivoli, Orvieto, i mille borghi di grande valore ecc. ecc. ecc. Solo Siena è al sicuro, dato che ha una banca che pensa a tutto.
    Non voglio giustificare nessuno ma dobbiamo stabilire priorità. Ad ogni evento calamitoso si dice: aumentare risorse. Bene, giusto, ma se aumenti da una parte diminuisci dall’altra! Vediamo un pò quali sono i settori che vengono giustamente citati ad ogni “evento” tragico:
    Sanità
    Università
    Scuola ed edilizia scolastica (poi c’ la famosa messa in sicurezza)
    Beni culturali
    Sociale in genere
    Difesa del territorio
    Ambiente
    Difesa
    Interni, che comprende: sicurezza (Polizia, Carabinieri, ecc), mafie varie, immigrazione
    Calamità naturali (ogni tanto un bel terremoto si accanisce contro)
    Ricerca
    Carceri
    Green economy (cioè incentivi regalati dallo Stato per fare arricchire chi ha già i soldi con i campi fotovoltaici e l’eolico)
    Industria

    Non ne cito altri ma mi sa che ne ho lasciati parecchi.
    Poi ci sono i Comuni, che buttano soldi per la cultura estiva, le notti bianche o blu, panem et circenses.
    L’unico fatto vero, a parte l’inefficienza cronica dello stato, è che abbiamo uno stato troppo grande e tutti i soldi se ne vanno in stipendi. O lo stato dimagrisce o ci teniamo l’inefficienza.
    Ma nessuno può licenziare nessuno e allora o aumenti le tasse o ti tieni il degrado.
    Saluti
    Pietro

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    1. Sicuramente.
      Però mettiamoci dentro anche l’evasione fiscale, la corruzione e, perchè no, le mafie.
      E questi, come l’iper-burocratizzazione sono problemi politici (e sociali).
      Quindi abbiamo uno stato incapace.
      E quindi si ritorna alla provocazione di cui sopra.
      Per il resto, la nomina di un sovrintendente e lo stanziamento di fondi alla manutenzione (non agli “amici”, ma alla manutenzione vera e propria) già sarebbero un buon aiuto.
      Grazie per il commento.
      A presto

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